Gli attacchi di panico sono momenti di intensa paura e disagio, più o meno improvvisi, in cui si ha la sensazione di morire, di perdere il controllo, o di impazzire. Si presentano prevalentemente tra i 15 e i 19 anni, e tra i 25 e 30 anni, anche se possono capitare a tutte le età e sono molto frequenti nelle donne.
Gli attacchi di panico hanno origine dall’ansia che è una risposta comune a situazioni stressanti o di pericolo e serve ad attivare il nostro sistema personale d’allarme con il fine di proteggerci, essa ha un valore adattivo. Quando il livello di ansia è troppo elevato non ci permette di affrontare la nostra vita adeguatamente, come negli attacchi di panico. È una questione di quantità, durata ed esperienza soggettiva che definisce il panico come un disturbo.
Gli attacchi di panico possono essere un ostacolo ad una buona qualità della vita e sono molto spiacevoli da sopportare, ma non sono pericolosi per la salute. Essi causano un’ansia molto elevata, che dura in genere alcuni minuti, e si risolvono rapidamente e da soli.
Gli attacchi di panico sono causati da fattori biologici, psicologici e sociali che variano da persona a persona.
■ Fattori biologici: l’ansia, la base del panico, ha origine da alcuni fattori biologici, legati al funzionamento del nostro cervello in relazione con l’ambiente. Il nostro corpo di prova ansia grazie ad un antico meccanismo biologico di attacco o fuga che è presente in tutti gli animali. Tale meccanismo prepara il nostro corpo ad attaccare quando riconosciamo la minaccia o il pericolo che viviamo come sormontabile e a scappare quando invece percepiamo pericolo alla nostra incolumità. In entrambi i casi, l’ansia ci attiva a livello fisico e a livello mentale per affrontare ciò che è di fronte a noi (Il respiro e il battito cardiaco diventano più rapidi, il sangue scorre più velocemente e i muscoli si tendono, sudiamo e la nostra bocca può diventare secca) preparandoci all’azione. Quando questo meccanismo si attiva in maniera disfunzionale, ovvero troppo rispetto al reale pericolo davanti a noi, possono arrivare gli attacchi di panico. È come se fosse un falso allarme. Inoltre, in alcune delle situazioni potremmo non avere possibilità né di attacco né di fuga e ciò potrebbe portare il panico a presentarsi con maggiore intensità.
■ Fattori psicologici: il modo con il quale apprendiamo a leggere le situazioni intorno a noi attribuendogli un significato può essere la fonte primaria degli attacchi di panico. Le passate esperienze possono influenzare tale modalità. Tali interpretazioni possono anche riguardare le sensazioni fisiche. Un’attenzione molto elevata a questi stimoli fisici (il battito del cuore, lo stomaco che si muove, etc.) e un’interpretazione catastrofica può causare attacchi di panico come del resto uno stress prolungato.
■ Fattori sociali: i cambiamenti della vita affettiva o lavorativa (la perdita di un proprio caro, la rivalutazione da parte di altri …) possono causare gli attacchi di panico poiché aumentano l‘incertezza per il futuro; quando il cambiamento è accompagnato da un senso di angoscia e dalla percezione dell’impossibilità di cambiare la situazione si verificano gli attacchi di panico.
Negli attacchi di panico si crea un vero e proprio circolo vizioso nel quale i pensieri relativi a determinate situazioni aumentano l’ansia che si manifesta attraverso dei sintomi fisici che alimentano il pensiero catastrofico peggiorando l’ansia fino a renderla intollerabile; vi è una SITUAZIONE SCATENANTE a cui segue la PERCEZIONE DI UNA MINACCIA INCOMBENTE associata a delle SENSAZIONI SOMATICHE E MENTALI con un’ INTERPRETAZIONE CATASTROFICA DELLE SENSAZIONI che genera ANSIA che può sfociare in un attacco di panico con dei conseguenti comportamenti protettivi per cercare di farlo cessare o di non provarlo mai più, tra cui:
■ Evitare situazioni simili in futuro
■ Fuggire dalla situazione in atto
■ Prevenire la sensazione temuti
■ Chiedere aiuto e rassicurazione
■ Distrarsi
Ci sono diversi modi per trattare gli attacchi di panico. La scelta tra uno di questi si basa sulle preferenze personali e su quanto possono essere gravi e invalidanti.
Inoltre possono essere di aiuto:
Tra le manifestazioni maggiormente legate al panico vi è un cambiamento nel modo di respirare che fa parte dell’attivazione fisiologica cui può portare l’ansia quando è molto intensa. Si può avere un respiro affannoso, provare la sensazione che manchi il fiato, provare l’iperventilazione. Questa squilibra la proporzione nel sangue tra ossigeno e anidride carbonica e peggiora in sintomi dell’attacco di panico. Apprendere come gestire il proprio modo di respirare, rallentandolo quando ci si sente in ansia, ed assumendo una quantità di aria adeguata, può rendere più rilassati e provocare anche un rilassamento muscolare.
Gli attacchi di panico, sebbene debilitanti, possono essere gestiti e trattati con successo. Un intervento tempestivo, supportato da un professionista, può aiutare a migliorare la qualità della vita e a ridurre l’impatto del disturbo. Scegliere un approccio terapeutico adatto al caso è essenziale per superare questi episodi e recuperare il controllo della propria vita.
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